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IL CULTO DI SANTA CATERINA
“FOCUS” PER SIENA, L’ITALIA E L’EUROPA
(da La Patrona d'Italia e d'Europa n.3 lug/set. 2008)
Il professor Gerald Parsons è un illustre accademico,
docente alla Open University (United Kingdom), presso la Facoltà di
Studi Religiosi. Egli ha recentemente pubblicato un libro,
ovviamente in lingua inglese, avente per titolo: “The Cult of
Saint Catherine of Siena-A study in Civil Religion” per i tipi
della Ashgate Publishing Limited.
Questo
libro analizza il culto di Santa Caterina da Siena attraverso sei
secoli, non sotto la veste agiografica, ma sotto l’aspetto
storico. Il lavoro di ricerca di Parsons è molto preciso e di
indubbia valenza scientifica, diciassette pagine di citazioni di
fonti, tra articoli di giornale, libri, materiale attinto
dall’Archivio arcivescovile di Siena, dall’Archivio della Nobile
Contrada dell’Oca, dall’Archivio di Stato di Siena,
dall’Archivio dell’Associazione Internazionale dei Caterinati e
fonti Internet.
Il culto nei riguardi di Caterina è visto nella sua evoluzione da
Santa tipicamente senese, nata nel popolare rione di Fontebranda, e
poi, man mano che Ella veniva studiata e conosciuta, con una sua
dimensione che diveniva sempre più grande fino ad
essere proposta come Patrona d’Italia. Le iniziative che
portarono Caterina a diventare Patrona d’Italia, cominciarono
prima dell’avvento del regime fascista, anche se non possiamo
escludere che durante questo periodo alcuni autori cercavano di
valorizzare gli aspetti che piacevano all’ideologia dell’epoca;
nel libro si fa l’esempio del Misciattelli che esaltava la
“romanità” di Caterina. Nella sua opera, Parsons pubblica anche
una fotografia, tratta dall’Archivio dell’Associazione
Internazionale dei Caterinati, scattata in occasione delle prime
feste in onore di Santa Caterina Patrona d’Italia (1940), in cui
si vedono le Autorità dell’epoca fare il saluto fascista al
passaggio della reliquia della Sacra Testa. Anche questa è storia e
non si può cancellare. Del resto anche durante le Feste del
dopoguerra, con al governo della città Sindaci espressione di
maggioranze di sinistra, questi non hanno perso occasione, nei loro
discorsi, per rendere doverosi omaggi al pensiero della Santa,
esaltando le sue parole riguardo al bene comune, all’arte del buon
governare e alla giustizia sociale. Un concetto espresso nel libro
è proprio quello che il culto in onore della Santa, espresso
principalmente in occasione dalle Feste annuali, è sempre stato
osservato “devotamente” dagli amministratori cittadini, sia di
prima della guerra che del periodo dopo guerra.
A partire dagli anni Sessanta, del culto in onore di Caterina, si
tende a valorizzare la responsabilità di chi governa e la
coesistenza costruttiva con i Paesi dell’emergente Comunità
europea, ed ecco che il messaggio della Santa ben si presta per la
sua proclamazione a Patrona d’Europa.
Il
libro di Parsons ha una propria originalità nel modo di proporre il
culto di Santa Caterina, un culto nato in Siena, fino ad estendersi
all’Italia e infine all’Europa. Letto in questa chiave, il libro
diventa quasi un’analisi sociologica del rapporto fra una mistica
e le vicende storiche legate alla sua città, Siena, alla penisola
italica, e all’Europa a lei contemporanee. Successivamente questa
analisi sociologica chiarisce come l’Italia e l’Europa,
attraverso il culto della Santa, in un intreccio tra religione e
vita civile, si sono legate alla figura, al pensiero e al messaggio
di questa grande contemplativa, donna vissuta nel XIV secolo, ma
ancora oggi “viva” compagna di viaggio di senesi, italiani ed
europei. L’originalità dello studio di Parsons sta
nell’esaminare il significato del culto di Santa Caterina da
Siena, di solito essenzialmente agiografico, in una prospettiva di
religione civile e di storia sociale della religione.
( Franca Piccini)
>Alcuni commenti al libro:
>(…)
In qualche modo fornisce una storia dell’Italia come si muove –
a volte anche in modo non stabile – da una serie di città-stato a
un membro dell’Unione Europea. Il collegamento può essere trovato
nello sviluppo di Caterina come simbolo della prima Siena,
dell’Italia e dell’Europa. Esso è un affascinante racconto.
Grace
Davie
– Professor of Sociology of Religion –
University of Exeter
,
U.K.
>La
religione civile è riemersa in un importante concetto accademico, e
in questo il lavoro di Parsons è vitale. Egli dimostra il cammino
nel quale la religione e il secolo, il locale e il nazionale si
combinano per individuare l’identità religiosa in una forma che
non è quasi mai cambiata. In Siena da oltre cinque secoli, il culto
di Santa Caterina si è mostrato essere elastico, adattabile e
ideologicamente promiscuo. Scritto con verve e chiarezza, Parsons
mette davanti al lettore ricchi esempi tracciando una storia che va
dalla Chiesa medievale fino al ventennio fascista. (…).
Callum G. Brown – Professor of Religious and Cultural History
– University of
Dundee
,
U.K.
>Parsons ha realizzato una sofisticatissima
combinazione di devozione e religione popolare, relazione
Stato-Chiesa e la continua connessione tra cattolicesimo romano e
politica moderna. Il culto di Santa Caterina da Siena esplora le
complesse negoziazioni circa l’operato di una Santa del tardo
medioevo. (…) “Il Culto di
Santa Caterina” è basato su una ricerca ad ampio raggio che
avvicina alla Storia dell’Arte, alla Storia della celebrazione,
della commemorazione e della memoria, come è bene documentata
l’intricata relazione tra chierici cattolici e politici italiani.
Questo libro interesserà agli studenti di religione popolare,
storici della memoria e storici interessati ai rapporti tra
cattolicesimo e ideologie politiche moderne.
Michael Gauvreau –Professor Department of History,
McMaster
University, Canada
(vedi
anche: >From Nationalism to Internationalism: Civil Religion and
the Festival of Saint Catherine of Siena, 1940-2003; of
Gerald A.Parson; ICS, vol.46, Automn 2004, n.4, p.861. -
in inglese)
>
IL
MATRIMONIO MISTICO DI SANTA CATERINA DA SIENA
Nel
vecchio testamento
Nella Sacra Scrittura si paragona con frequenza l’unione tra Dio e
il suo popolo, all’unione matrimoniale tra l’uomo e la donna.
L’esperienza coniugale del Profeta Osea ( 1-3 ) per l’appunto,
rivela il mistero dei rapporti tra l’amore di Dio, che si allea a
un popolo, e il tradimento di quest’ultimo.
L’alleanza viene ad assumere, così, un carattere nuziale, di
conseguenza l’idolatria viene
considerata sia come una prostituzione che come un adulterio. Il
disegno divino appare in tutta la sua chiarezza in Osea: Ti farò
mia sposa per sempre, ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore.
Nel
nuovo testamento
Nel nuovo Testamento con la
nuova ed eterna alleanza, Gesù designa
se stesso come lo sposo: Possono forse gli invitati a nozze essere
in lutto mentre lo sposo è con loro? (
Mt. 9,15 ) In altri passi, Gesù
paragona il regno dei cieli a un banchetto organizzato da un re per
le nozze del figlio ( Mt. 22,2 ) a delle vergini che vanno incontro
allo sposo ( Mt. 26, 1-13 ) a dei servi che attendono il padrone di
ritorno dalle nozze ( Lc. 12,36 ). In
questi testi non si fa menzione della sposa, mentre l’attenzione
è rivolta solo allo sposo Gesù.
L’unione matrimoniale, però, si realizza nella persona del
Cristo, identificata all’alleanza che unisce Dio e il popolo.
Nella lettera agli Efesini ( 5,21-33 )
Paolo usa l’immagine sposo – sposa per caratterizzare il
rapporto Cristo- Chiesa, intrecciando, in un originale trama, quello
che rappresenta un’istituzione sui rapporti coniugali fra marito e
moglie e la riflessione sul mistero di Cristo e della Chiesa.
Nei
Padri della Chiesa
Questo mistero, viene
ripreso dai Padri e scrittori ecclesiastici. Tertulliano
per esempio scrive che “ Quando l’anima viene alla fede,
è ricevuta dallo Spirito Santo; la carne accompagna l’anima alle
nozze con lo Spirito. Per Origene
“ Cristo è lo Sposo, cui l’anima si unisce giungendo alla
fede”.
San
Cirillo di Gerusalemme, invece, precisa, che dopo il
battesimo, colei che prima era serva, riceve ora il Signore come
Sposo. Anche Didimo
il cieco, asserisce che: “ Chi ha creato la nostra
anima la prende in sposa nella piscina battesimale”, e come Teodoreto,
presenta l’Eucaristia quale unione nuziale tra Cristo e l’anima.
Dopo San
Gregorio di Nissa; il Cantico
dei Cantici è il testo comunemente commentato per esprimere questa
unione d’amore tra Dio e l’anima sotto il simbolo di un
matrimonio.
San Bernardo, pone la
questione sul piano dell’amore: “ Tra l’anima cristiana e il
Verbo vi è piena conformità e questa unisce maritalmente l’anima
al Verbo” , però avverte che l’anima
è sposa del Verbo in virtù e in dipendenza dell’unione
fondamentale di cristo con la chiesa. Diversi altri autori hanno
interpretato il cantico dei Cantici, in
senso sponsale per descrivere le relazioni tra cristo e la chiesa,
tra Cristo e l’anima del cristiano. Nei Santi, molte esperienze di
Dio, si manifestano durante l’estasi mistica; che bisogna dire non
rientra tra le grazie gratis datae (
perché l’estasi è la conseguenza della contemplazione giunta a
un grado di intensità elevatissimo per cui, il fenomeno estatico si
produce come conseguenza naturale e inevitabile). Pertanto si può dire
che a differenza delle grazie gratis datae,
l’estasi è altamente santificante per chi la riceve. In mezzo a
queste estasi ha luogo il fidanzamento
spirituale che altro non è che la promessa di Dio di portare
l’anima fino all’unione trasformante o al matrimonio spirituale.
È l’ultimo grado di orazione
classificato dai mistici. È
quello dell’unione trasformante con Dio, conosciuto appunto
come matrimonio spirituale. Costituisce per dirla con un altro
grande Dottore della Chiesa Santa
Teresa D’Avila, che ha
classificato bene tutto ciò, la settima mansione del Suo “
Castello interiore “ e si designa altresì coi
nomi di unione consumata e deificazione dell’anima.
È Pertanto questo l’ultimo grado di
perfezione classificabile che si può raggiungere in questa vita e
costituisce un preludio e una immediata
preparazione alla beata vita della gloria. Non possiamo iniziare a
parlare di Caterina da Siena senza citare ( l’archetipo per così
dire ) del matrimonio mistico: Santa Caterina D’alessandria
: A parte le più antiche passiones
greche e latine, composte nei lontani secoli VII-VIII,
una fonte interessante per il culto e la leggenda di Caterina
D’Alessandria è un sermone della prima metà del secolo XIII
recentemente pubblicato. Appartiene a Stephen
Langton , un
maestro in teologia nello studio di Parigi, dal 1207 al 1228
arcivescovo di Canterbury. Famoso predicatore, denominato “ Stephanus
de Lingua-Tonante”, pronuncia un sermone che ha come fonte la
passione di Caterina, esaltata come esempio da imitare. Pur non
essendo presente il racconto della conversio,
la parte finale del sermone richiama insistentemente il motivo del
matrimonio mistico tra Cristo e l’anima, dando spazio alla
citazione del testo sacro che è all’origine della metafora
matrimoniale ( Ct 2, 10,12 ).(Cfr:
Gabriella Zarri Recinti Ed.
il mulino 2000 )
Veniamo a Santa
Caterina da Siena.
Santa Caterina, ricevette da Dio molti
doni, ma è fuor d’ogni dubbio che il più grande di tutti fu il
dono della fede, che infatti possedette e
fu per lei la pietra fondamentale della sua santificazione. Ormai la
nostra Mantellata era giunta a venti anni ed era sempre più tesa a
chiedere al Signore la perfezione della fede. Finchè
un giorno insistendo nella preghiera, su tale argomento, si sentì
rispondere dal Signore:
Io ti sposerò a me nella fede perfetta”.
Era l’ultimo giorno di carnevale del
1367. Le apparve il Signore che le disse :
“ Poiché tu hai voluto rinunciare a qualunque diletto del corpo,
in cui quasi tutta la città è coinvolta, e hai preferito rivolgere
a me tutto il tuo affetto, proprio in questo momento voglio sposare
l’anima tua, che resterà così sempre unita a me con fede
sincera, come già ti promisi, e ciò voglio fare in modo solenne.
Allora vide
la Regina
del cielo Maria S.S. con San Paolo, San
Giovanni Evangelista, con San Domenico e il Re David con
in mano la cetra. Mentre il Re David suonava, Maria
S.S. prese la mano di Caterina e stendendo le dita verso Gesù,
lo pregò, secondo la sua promessa, di sposarla nelle
fede perfetta. Allora Gesù,accogliendo
la sua domanda, la sposò mettendole al dito anulare un bellissimo
anello d’oro con quattro perle e nel mezzo un diamante, e disse:
ecco io ti sposo a me nella fede perfetta, la quale sempre dovrai
conservare intatta e incontaminata fino alle tue nozze celesti, che
si celebreranno con grande letizia e gloria.Intanto
tu figliola mia, d’ora in avanti farai tutte quelle cose, che la
mia provvidenza ti affiderà. Ormai, munita di fede invitta,
come sei, potrai affrontare vittoriosamente tutti i tuoi avversari.Il
fenomeno mistico della nostra Santa, ci invita
ad andare oltre il simbolo sponsale. La realtà significata è il
livello stabile di unione di amore e di
pensiero. Il diamante infatti,
simboleggia la fede forte, perfetta, le quattro perle, simboleggiano
la purezza d’intenzione, di pensiero, di parola e di azione. Ma
diamo uno sguardo ai personaggi o meglio ai testimoni che assistono
al matrimonio mistico della Santa.
Maria
S.S.
Maria S.S.è
amata da Santa Caterina, perché si è perfettamente conformata in
tutto alla volontà del Padre. Maria
rimarrà per Caterina il perfetto esemplare della piena conformità
e dell’umile attuazione del progetto di
Dio.
Il
Re Davide
Il Re Davide, è figura di spicco nell’ambito del
matrimonio mistico, in quantochè è il
cantore ispirato di melodie dolcissime e canta l’amore di Dio per
gli uomini, o l’amore di Dio col popolo d’Israele come l’amore
dello sposo per la sua sposa.
San
Giovanni evangelista
Per Santa Caterina, San Giovanni, è il teologo
dell’amore, è colui che aiuta la
nostra Santa a penetrare il più possibile, il mistero di Dio amore
infinito.
San
Paolo
L’ottimo Paolo, come lo chiama confidenzialmente la
nostra Santa, il Dottore, l’Apostolo delle genti, è molto amato,
perché innamorato come Lei, di cristo stesso. Paolo si è
conformato a cristo e a cristo crocifisso.
San
Domenico
Il dolce Spagnolo, come amava definirlo, è il Padre suo,
è altresì amante della verità contemplata, offerta e donata ai
fratelli per la loro salvezza, perché l’uomo creatura fatta
d’amore, ha sete di verità come bisogno d’amore!
Ma cosa voleva
significare per Caterina essere sposa del Signore! Era, come lei ben
capì, un invito unitivo, prima che
operativo, che comprendeva pensieri e affetti simili ai sentimenti
interiori che legano gli sposi reciprocamente anche quando sono
lontani.Prima del matrimonio mistico, il
Signore aveva detto a caterina: “
Figliola, pensa a me; se lo farai, Io subito penserò a Te”. Quel
“ pensa a me “ si rivolge a
un’attività interiore, del mondo dello spirito, dove si può
attuare nel modo genuino l’incontro e la risposta di Dio che è
puro Spirito. L’io penserò a Te, viene
dopo, come conseguenza, sul piano operativo. LA
risposta all’implorazione che esprime il bisogno o il desiderio
della giovane sposa. Tale attenzione al pensiero dello Sposo
era un programma fatto apposta per Caterina, ma l’invito del
Signore era a salire ancora in alto, quindi crescita spirituale da
portare avanti fino allo sviluppo completo. Fino al matrimonio
mistico, dunque fino all’unione trasformante.
Cosa che accadde
pienamente alla nostra Santa. La stimmatizzazione,
avvenuta il 1° aprile 1375, durante
la Messa
, dopo aver ricevuto
la Santa
comunione; conclude o compie
l’itinerario di perfezione cristiana o di unione trasformante in
cristo. Al punto che Santa Caterina potrà fare
sue le parole di San Paolo: “ Non sono più io che vivo,
ma cristo vive in me”.
(P.Alfredo
Scarciglia o.p, da
La Patrona d'Italia e d'Europa, apr/giu 2009)
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