COMUNICAZIONI
>>Consiglio
Generale 12-13 marzo 2011
Relazione per l'anno 2010
Il gruppo di Milano ha proseguito, nel
corso dell’anno, gli incontri periodici dei
confratelli presso la Basilica di S. Babila, con la partecipazione
alla S.Messa ed alla
successiva riunione nella quale si provvede alla distribuzione delle
pubblicazioni, alla
informazione sull’attività dell’Associazione ed alla divulgazione
dei periodici. Il
gruppo ha partecipato, altresì, alla celebrazione della ricorrenza di
S. Caterina presso
il Santuario di Santa Maria delle Grazie, da parte dei reverendi Padri
Domenicani con
i quali ci si tiene in contatto, partecipando, ove possibile, alle
iniziative dei laici
domenicani.
Vengono anche diffusi, all’occorrenza, stralci della rivista “La
Patrona d’Italia e
d’Europa”; recentemente, la consorella Angela Rossi ha diffuso
presso l’Associazione
Giuristi Cattolici il bell’editoriale pubblicato nell’ultimo
numero, dal titolo “Santa
Caterina sull’esercizio della professione“, ove
si raccomanda di rifuggire
dall’ambizione del carrierismo e di utilizzare il sacramento della
confessione anche
per il fine di tenere bene ordinata la propria vita professionale.
Nella riunione del gruppo del 17 novembre u.s. , dopo ampia
discussione, è stato
deciso di dedicare soprattutto ai giovani il programma di attività
del gruppo,
nell’intento di conseguire, per quanto possibile, i seguenti due
obiettivi:
a) diffondere la figura di S.Caterina promuovendo incontri con i
giovani nelle
parrocchie e proponendo pellegrinaggi organizzati a Siena; a tal fine,
sarebbe utile
disporre di programmi standard da far circolare nelle parrocchie e
nelle agenzie di
viaggio ed eventualmente un dvd illustrativo.
b) educare i giovani ad attività caritative accompagnati da un
caterinato; per il
raggiungimento di tale obiettivo risulta preferibile appoggiarsi ad
organizzazioni che
già svolgono tali attività, ad esempio presso i padri francescani
con i quali abbiamo
preso contatti e dai quali abbiamo già ricevuto assensi e
delucidazioni.
Al proposito, rilevo che non ha avuto seguito, in quanto non
agevolmente praticabile,
il nostro precedente intendimento di un programma di visita ai
carcerati o di servizi a
favore dei loro parenti da effettuarsi in collaborazione con altre
associazioni della
diocesi; le suddette attività vengono infatti svolte da associazioni
esclusivamente
finalizzate a tale scopo, che richiedono da parte dei collaboratori,esperienze
e attitudini specifiche.
In tema di attività caritative, alcuni confratelli e consorelle del
gruppo di Milano
partecipano alle attività benefiche patrocinate dalla Parrocchia di
S. Babila e
soprattutto a quelle a favore di una parrocchia povera alla periferia
di Milano.
Prosegue, infine, il programma, già avviato con lo sforzo di tutti,
di introdurre nuove
persone nel gruppo.
Nel mese di giugno, tramite il confratello Bartolomeo Palumbo e per
incarico della
nostra giunta, abbiamo partecipato al III meeting internazionale delle
Comunità
Colombane che si è svolto in Irlanda del Nord. Di tale pellegrinaggio
è stata data
notizia nel numero 3 della Patrona d’Italia e d’Europa. La
comunità colombana in
Italia si sta costituendo in forma associativa e, come sempre, potrà
contare
sull’appoggio della nostra Associazione, ove possibile, per il
perseguimento delle
proprie finalità.
E’ proseguita, altresì, l’opera di sensibilizzazione e di ricerca
dei quadri appartenenti
all’Arciconfraternita del S.S. Sacramento nel Duomo di Milano
dedicati a S. Caterina,
di cui è già stato riferito nella relazione dell’anno precedente.
Abbiamo notato con
piacere che il Museo Arcidiocesano di Milano ha collocato in una
bellissima sala i tre
quadri finora restaurati dedicati a S. Caterina. Durante un incontro
con il Prof. Paolo
Biscottini, Sovrintendente del museo, a cui ha partecipato anche la
consorella Angela
Rossi, abbiamo ricevuto assicurazione che è intenzione del museo di
proseguire le
attività di ricerca di tutta la quadreria dispersa, che
originariamente si componeva di
26 quadri, procedendo, ove possibile, al restauro delle opere. Il
tempo per la
realizzazione del programma è stato stimato in qualche anno.
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Ora svolgerò il tema del Risorgimento e dell’ispirazione
cateriniana, parlandoVi
dell’Oratorio di S.Protaso al Lorenteggio, una vetusta chiesetta
situata ad ovest di
Milano che la maggior parte dei milanesi non conosce. Il primo che me
ne parlò fu
l’ing. Giorgio Radicchi, un confratello del nostro gruppo di Milano
dall‘imperdibile
accento senese. L’Oratorio di S. Protaso, già terra di battaglia
durante l’assedio del
Barbarossa nel corso della seconda battaglia italica, non solo
contiene un bell’affresco
quattrocentesco di S. Caterina da Siena ma addirittura, così ci
raccontava l’ingegner
Radicchi e così ha confermato anche l’autorevole Corriere della
Sera del 6 febbraio
2011, fu sede delle riunioni carbonare presiedute dal conte Federico
Confalonieri
attorno al 1820.
Si tratta di una chiesetta collocata di traverso sopra l’aiuola
spartitraffico di via
Lorenteggio, essa è quasi sempre chiusa e recentemente è stata
restaurata dai Lyons.
Nei dintorni si trova anche un ex-monastero chiamato il Palazzotto,
che le cronache
milanesi dicono essere stato utilizzato dal Feldmaresciallo Radetzky
all‘epoca dei
moti carbonari. Grato dell’informazione ricevuta, trovai su internet
e diedi
all’ingegner Radicchi in segno di ringraziamento, una riproduzione
dell’affresco di S.
Caterina , datato 14 luglio 1428 a firma di fra de Porta Vercellina,
Michele de Zeni
Grando.
Si sa dell’importanza che le riunioni segrete ebbero nei moti
carbonari e perciò il
comportamento del Confalonieri non passò inosservato agli Austriaci,
non soltanto
perché il conte dirigeva il Comitato lombardo per i rapporti con il
Piemonte, ma
altresì perché proprio a motivo di tale collegamento da lui si
volevano strappare i
segreti della condotta di Carlo Alberto.
All’epoca dei processi contro i carbonari, il Confalonieri venne
duramente inquisito,
processato e condannato alla pena capitale.
Grazie all’intervento della moglie contessa Teresa Casati, che
perorò la causa del
marito direttamente avanti l’imperatore Francesco I, gli fu
commutata la condanna
nel carcere a vita, pena che il Confalonieri espiò allo Spielberg,
ove per altro venne
graziato nel 1836 dal nuovo imperatore Ferdinando I.
Federico Confalonieri non sopravvisse a lungo alla morte della moglie
sopravvenuta
nel frattempo, morendo in esilio nel 1846, alla vigilia delle “Cinque
giornate di
Milano”.
Ai funerali intervennero centinaia e centinaia di persone, e quella
sera la Scala rimase
vuota, nonostante ballasse la famosa Fanny Elssler. Toccò a Gabrio
Casati, podestà di
Milano, cognato del Confalonieri, di raccoglierne l’eredità,
nonostante le diffidenze
che Carlo Cattaneo espresse su di lui:
“Non
potendo spartir sé medesimo, spartì la sua famiglia
mettendo un figlio nell’artiglieria di Carlo Alberto e un
altro nell’università tedesca di Innspruck.”
Tuttavia,
Gabrio Casati guidò con Cesare Correnti l’insurrezione delle Cinque
Giornate di Milano, e fu nominato capo del Governo Provvisorio.
Ma torniamo all’Oratorio di S. Protaso e all‘affresco di Caterina.
V’è da chiedersi se il Confalonieri nutrisse una qualche devozione
per questa santa e
se la presenza dell’affresco abbia potuto favorire la scelta del
luogo dove si svolsero
le riunioni carbonare . Si sa, che la nobiltà milanese, per
tradizione, fosse
particolarmente affezionata a Santa Caterina da Siena, ma credo che la
nobiltà del
Confalonieri, in questo contesto, interessi relativamente.
L’intraprendenza di Caterina, lo sprezzo della vita di lei teso al
raggiungimento di un
ideale di pace in un’Italia travagliata, certamente non sfuggirono
al Confalonieri, non
perché nobile ma perché patriota.
In realtà la fede, nelle vicende del Risorgimento, non rappresentò
mai una bandiera
politica e coloro che tale la vollero a tutti i costi, nel tentativo
neo-guelfo di mettere i
cattolici e il Papa alla guida del processo di unificazione, finirono
forse per
danneggiare la Chiesa, essendo inevitabile lo scontro con il movimento
nazionalista.
L’obiettivo dell’indipendenza italiana non fu incompatibile con il
cristianesimo, anzi
quest’ultimo finì per riempire di contenuti positivi i movimenti
popolari che agitarono
la vita nazionale, poichè i cattolici, in maggioranza, entrarono nell’ordine
di idee di
fare da soli, avendo per obiettivo soltanto l’unificazione d’Italia.
In tal modo, la fede
popolare rappresentò il primo e più importante collante dell’unità
d’Italia.
Quale fu allora il ruolo di Caterina? Caterina partecipò alla storia
dell’unità e vi svolse
il ruolo di patrona d’Italia ante litteram; colui che ne
illustrò il profilo fu un altro
grande patriota del Lombardo-Veneto e caterinato eccellente, Niccolò
Tommaseo.
Dopo il 1824, lasciata Padova, dove si era laureato in legge, egli
trascorse alcuni anni
a Milano. Qui conobbe Rosmini e il Manzoni e pur venendo a contatto
anche con altri
patrioti milanesi, non potè certamente condividere con il
Confalonieri l’ideale
unitarista monarchico, poiché egli fu sì unitarista, ma repubblicano
e federalista,
vicino alle posizioni di Carlo Cattaneo. Nulla ebbe a che spartire con
il Rosmini, che
auspicava una confederazione di stati italiani sotto la presidenza del
Papa ed
eventualmente della stessa dinastia sabauda.
Le cronache del Risorgimento ricordano Niccolò Tommaseo nell’insurrezione
di
Venezia del 1848 e nella successiva missione di lui a Parigi, per
sollecitare aiuti alla
Francia, conclusasi con un fallimento che portò alla capitolazione
della Repubblica di
Venezia.
Lo si ricorda altresì nel 1860, ripiegato su se stesso dal dolore, in
quanto il
Risorgimento italiano si stava delineando in un senso diametralmente
diverso da
quello da lui auspicato.
Squisito scrittore e illustre filologo, egli pose mano all’Epistolario
di S. Caterina da
Siena, la cui lunga introduzione di quaranta capitoli, attualmente
rappresenta un testo
di autonoma pubblicazione, annoverato tra le maggiori opere del
Tommaseo.
Traspare dall’introduzione dell’Epistolario, il profondo senso di
inquietudine che
allora pervase il popolo cattolico, un problema culturale e storico
noto con il termine
di questione cattolica che rimase aperto lungo tutti i regimi
politici che si
succedettero in Italia, da quello liberale a quello fascista e a
quello repubblicano.
I cattolici, tuttavia, stimolati dall’atteggiamento del liberalismo,
si volsero alla
scoperta ed alla valorizzazione delle glorie patrie ed alla causa dell’indipendenza
e
della libertà. Anche Caterina poteva essere considerata in quest’ottica
e accostata,
secondo Tommaseo, al processo di unificazione italiana, in quanto:
“aveva
composte in pace due delle più vive parti del lacero corpo
d’Italia, Roma e la Toscana, l’una portante l’eredità della
Fede,
l’altra della libertà e della intellettuale bellezza”.
Di
fatto, Caterina predicò una ben più grande unificazione d’Italia e
dell’Occidente, al
fine di realizzare la cristianizzazione dell’Oriente. Ella, infatti,
vide nella Chiesa la
vita e i destini dell’umanità intera.
Come evidenzia anche Aldo Bernabei in un suo recente scritto sul
patrocinio di S.
Caterina di Siena sull’Italia e sull’Europa, il
servizio alla Chiesa di Caterina deve
essere inteso riferendolo a tutta la famiglia umana che, di fatto o in
potenza, ne
costituisce il corpo universale.
Scrive
analogamente il Tommaseo:
“Dall’intimo
dell’anima solitaria, ella distende i pensieri
e gli affetti al bene universale, desidera la pace e l’unità
di tutti i cristiani, desidera pacificato tutto l’universo mondo;
prega non solo per il popolo cristiano e per la Chiesa, ma per
tutto il mondo.”
L’azione
politica di Caterina fu pervasa da sentimenti di italianità e
Tommaseo
sottolinea che pur intendendo italianare soltanto il papato e
la Chiesa, Caterina non
intese mai distruggere l’ideale di un’Italia unitaria, seppure,
nell’epoca in cui ella
visse, nessun principe e nessun governo apparivano in grado di poter
assorbire
efficacemente tutti gli stati minori.
Sul punto, il pensiero di Caterina è accostato a quello di Dante, in
quanto
“il
papato regnante, avrebbe potuto fornire all’Italia i beni della
monarchia universale, non potendo volere Caterina che al papato
fosse tolto ogni dominio temporale di qualunque forma.”
ciò
che non rappresenta un ripensamento di Tommaseo sul movimento
neo-guelfo,
bensì un modo per evidenziare il sentimento patriottico di Caterina.
Suo intendimento - continua il Tommaseo -
“non
era morire per una passione o per un partito,
ma per un’idea, per un sentimento; cadere martire
non dei preti ma della Chiesa; ostia dell’Amore.”
Nell’Introduzione
dell’Epistolario, Tommaseo pose dunque tutte le premesse
agiografiche onde poter discernere, in tempi successivi, la figura di
Caterina quale
patrona d’Italia. L’Italia unita ebbe quindi in S. Caterina un
punto di riferimento, ed il
suo affresco nell‘Oratorio di S.Protaso può essere annoverato tra
le reliquie del nostro
Risorgimento.
La mitizzazione patriottica di S.Caterina venne ripresa in occasione
della prima guerra
mondiale e della guerra in Libia che la precedette. Alcune testate
giornalistiche in
epoca successiva, in particolare il Popolo Nuovo (popolare
e antifascista) e l’Avvenire
d’Italia (filo
fascista), trassero ispirazione da S.Caterina per disputare tesi
contrapposte. Infine, anche il Farinacci, nel 1944, pubblicò un
volumetto su
S.Caterina facendola campionessa d’italianità e quasi novella
pulzella di Orléans.
Non mi addentro nella questione cattolica, ma segnalo per
coloro che la volessero
approfondire il volume pubblicato dall’editore Cantagalli di Siena
“’Unità sì,
Risorgimento no”.Vi descriverò ora qualche aneddoto sui tempi bui
della diocesi
milanese, ripescandolo dalle cronache del 1861.
Il
18 maggio 1861, il vicario dell’arcivescovo di Milano,
Caccia Dominioni, si rifiutò di celebrare la festa dell’unità d’Italia
in Duomo. Quivi, un gruppo di congiurati cercò di catturarlo,
ma il vicario, rifugiatosi in sagrestia, riuscì a fuggire travestito
da secolare. Morirà nella sua villa di Cornate d’Adda nel 1866.
Il 23 giugno 1867, venne trasferito da Casale Monferrato e nominato
Arcivescovo di Milano Mons Luigi Nazari di Calabiana, piemontese,
vicino alle idee di Casa Savoia.
Due anni dopo, il nuovo arcivescovo milanese si distinse all’apertura
del Concilio Vaticano I, come capo riconosciuto di
una minoranza di vescovi italiani che si pronunciarono contro
l’infallibilità del Papa. Il suo atteggiamento riscosse le simpatie
del patriziato e della ricca borghesia liberale milanese,
mentre la base popolare della diocesi gli rimproverò il tradimento
della causa papale.
Si
andò quindi delineando, soprattutto a Milano, l’ideale di una
cultura laica e
anticlericale, dominata dal positivismo, di cui Carlo Cattaneo fu tra
gli esponenti di
maggior spicco. Quanto al Tommaseo, è noto che egli rifiutò sia la
carica di senatore
del Regno che quella di professore universitario.
Ora, a distanza di anni, si vorrebbe riconsiderare l’idea di una
fede collante
nell’ambito del pluralismo politico e filosofico che domina l’attuale
scenario in
Europa. In altre parole, si vorrebbero ricomporre le radici cristiane
dell’Europa,
sebbene il cristianesimo non possa essere mediaticamente rievocato con
gli slogan,
bensì ripercorrendo umilmente e con pazienza le vie della fede e dell’apostolato
cristiano.
Allo scopo di fornire il proprio contributo alla costruzione della
nuova patria europea
e sull’esempio di Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in
Veritate, tutti noi cattolici
contemporanei dovremmo abbandonare le vecchie divisioni ideologiche e
l‘idea di
una chiesa per soli credenti, sentendoci parte dell’umanità intera,
quand’anche in parte
diversa da noi per principi e attitudini, differenze ideologiche o
religiose.
Se non sapremo avvederci dei pericoli reali che incombono sulle nostre
famiglie,
questo mondo privo di basi umane, finirà per portarci via i giovani
ai quali
sembriamo persino negare il valore di prossimo, poiché non diamo loro
sufficiente
testimonianza dell’amore per la vita e della dignità del sacrificio
che è necessario
affrontare onde poterla conservare integra.
Le considerazioni che precedono mi inducono a proporre al Consiglio
Generale
dell’Associazione di rivolgere un pensiero ai giovani ed alle loro
famiglie, a tutti i
giovani, affinché possano testimoniare la responsabilità e il
discernimento,
riabbracciando, come diceva Cattaneo, sia la religione che la
libertà, di pensiero e di
scienza, accettando il pluralismo nel rispetto di tutti, senza
inimicare all’Europa lo
spirito di amore e di verità del Vangelo.
Mario Tamborini
>Il 22 aprile
2004, in collaborazione con il Centro Culturale alle
Grazie diretto dal Padre Paolo Venturelli O.P., il Gruppo di
Milano ha organizzato una
conferenza nella Sagrestia del Bramante di Santa Maria delle Grazie
di Milano. Il professor Alessandro Ghisalberti, ordinario di filosofia medievale presso
l'Università Cattolica di Milano, alla presenza di un numeroso
pubblico, ha parlato di "Santa Caterina da Siena e la
mistica femminile nel secondo medioevo".
L'oratore, dopo un'approfondita esposizione
sulla situazione femminile dell'epoca e della posizione della Chiesa
nei confronti delle mistiche, ha posto in rilievo la peculiarità di
Santa Caterina rispetto alle mistiche della Mitteleuropa del tempo,
e in Italia dell'Umbria, dando anche lettura di alcuni brani delle
lettere della Santa.
Inoltre, in data 29 aprile, dies natalis di
Santa Caterina da Siena, è stata organizzata una messa in forma
solenne, alla quale hanno partecipato tutti gli iscritti al Gruppo di
Milano presieduto dall'avvocato Angela Rossi.
>Il 30 ottobre 2004 il Gruppo di Milano si è riunito nella chiesa di San Babila per la S. Messa in suffragio dei Caterinati defunti e successivamente si è svolto nell'annesso salone parrocchiale il consueto incontro con
Mons. Gandini, nel quale è stata illustrata e distribuita la recente pubblicazione su
La corporeità del Cristo Dolce Gesù in Caterina da Siena, di Don Emanuele Massimo
Musso:
-La Caro Christi come via, verità e vita e come ponte; come
scala; come libro; come amo, esca,
botte, incudine e carta; come costato aperto;
come"Balia" e "Madre"; come Anulus Sponsi;
e la
Croce; come Instrumentum in S.Tommaso D'Aquino e in
S.Caterina da Siena;
-La vita eterna come Communio alle piaghe del
Crocifisso-Risorto;
-Caro et Sanguis Christi: "Spazi Trinitari";
-La poliedricità della Caro Christi.
(Quaderno Cateriniano n.113-114, in memoria della Prof.ssa
G.Cavallini; ed. Cantagalli).
>12-13 marzo
2005 -
Consiglio Generale.
Il Gruppo di Milano ha incrementato
la propria attività nell’anno 2004.
Il
momento più importante è stato nel giorno del 22 aprile, quando il
professor Ghisalberti ha tenuto una
conferenza dal titolo “Santa Caterina da Siena e la mistica
femminile del secondo Medioevo”, che sarà pubblicata nella
collana dei Quaderni cateriniani.
L’attività del Gruppo di Milano è stata arricchita anche da un
pellegrinaggio del Gruppo, accompagnato dall’ assistente
spirituale monsignor Gandini, a Genova e
Santa Maria di Castello, dove è stata
celebrata
la Santa
Messa. (Franca Piccini)
>Il
18
novembre 2005
si è celebrata l’annuale Santa Messa in
suffragio dei Caterinati defunti. L’Assistente
Ecclesiastico, monsignor Gandini ha
illustrato il programma dell’attività del Gruppo milanese per
l’anno 2006. La presidente Avv. Angela Rossi, ha
comunicato ai confratelli la nomina di Padre Alfredo Scarciglia
ad Assistente spirituale ed i convenuti hanno espresso
congratulazioni ed auguri. Una rappresentanza del Gruppo di Milano
partecipa sempre alle attività dei Padri Domenicani di Santa Maria
delle Grazie.
>
Il 4 maggio 2006 Padre Alfredo ha tenuto, presso il Centro culturale
“Alle Grazie”, una conferenza sullo scrittore Giovanni Jorgensen,
autore di una biografia su Santa Caterina da Siena, nel cinquantesimo
della morte. Il Gruppo ha inoltre partecipato alla
celebrazione eucaristica nella ricorrenza di Santa Caterina, poi per
quanto possibile, ha partecipato alle iniziative promosse da
altre associazioni domenicane. Si sono svolti anche gli incontri periodici
dei confratelli presso la chiesa di San Babila, partecipando alla S.
Messa per i caterinati defunti.
: >Do.
29 aprile 2007 la
Fraternità laica Domenicana di Milano ha organizzato nel
salone S. Domenico del convento, presso la chiesa di S. Maria alle
Grazie, una riflessione sul tema" Il cammino di perfezione
cristiana nella spiritualità Cateriniana" relatrice
Emilia Nisticò, terziaria di Perugia. Seguito: solenne Messa in
Basilica.
>Il 16 maggio 2007
si é tenuta la riunione della sezione presso la Basilica di S.
Babila, con la
celebrazione della S. Messa in suffragio di Mons.I.Castellano,
commemorato dall'ing. Radicchi e dalla Presidente A.Rossi.
>Il 17 maggio 2007, per rispettosa istanza dei
Caterinati di Milano, il Priore della chiesa di S.Maria alle
Grazie ha concelebrato con i Padri Domenicani una S. Messa in
suffragio di Mons.I.Castellano, ricordandone l'operato e la personalità
durante l'omelia. (Angela Rossi)
>Nel corso
del 2007 sono
proseguiti gli incontri periodici presso la
basilica di San Babila con la partecipazione alla S. Messa in
suffragio di Mons. Castellano e a quelle in suffragio dei Caterinati
defunti e al succesivo ritrovo con il nostro assistente Spirituale
Mons. Gandini, nel quale si provvede alla distribuzione delle
pubblicazioni, alla informazione sulla attività dell'associazione e
alla divulgazione della Voix de Catherine de Sienne, che Chantal ci
invia sempre e che ringraziamo.
La sezione ha anche partecipato alle
celebrazioni in onore di Santa Caterina tenute presso il
Santuario di S. Maria alle Grazie dei Reverendi Padri Domenicani
con i quali ci si tiene sempre in contatto e alle cui
iniziative si cerca di partecipare il più possibile.
Presso il Santuario é stata fatta celebrare una S. Messa
in memoria di Mons, Castellano alla quale hanno assistito alcuni Padri
che lo avevano conosciuto e alcuni confratelli.
Una piccola delegazione si é recata a Varazze in
occasione del ritorno della statua di S. Caterina sul molo,
partecipando alla processione e alla cerimonia al porto;
nell'occasione si é avuto un incontro con i Caterinati
Varazzini della cui fraterna accoglienza vivamente si ringrazia.
Non é stato possibile invece organizzare una conferenza
sulla vita e le opere della Santa, malgrado siano stati presi
contatti con alcuni Parroci e la associazione dei giuristi cattolici,
a tutti loro però sono state diatribuite nostre
pubblicazioni, nella speranza sempre viva che la semina in tante
posizioni diverse possa dare frutto in un futuro che ci auguriamo più
proficuo. (Angela Rossi)
>Il 29 aprile
2008 alle
ore 17,30 presso la chiesa di S. Maria delle Grazie, sagrestia del
Bramante, Padre Gianni Festa parlerà sul tema: "Santa Caterina
da Siena: la nascita di un culto e la
diffusione di un modello di santità". Relatore Fr. Gianni Festa o.p., professore di storia
medievale e moderna presso la Facoltà Teologica
dell'Emilia Romagna di Bologna. Il professore ha spiegato la
veloce diffusione del culto della Santa attraverso le due
direzioni, domenicana, per l'Italia da Venezia e certosina, dalla
certosa tedesca in tutta Europa, ponendo inoltre in rilievo la
differenza fra il monachesimo claustrale francescano di S.
Chiara e quello non claustrale di S.Caterina da Siena durato
nelle sue modalità sino alla Riforma. La conferenza é stata seguita
da numeroso pubblico, che ha poi partecipato alla S. Messa e ai Vespri
in onore di S. Caterina. (Angela Rossi)
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